Gli impianti di cogenerazione, che producono contemporaneamente energia elettrica e calore, possono utilizzare una vasta gamma di combustibili. I principali includono:
Gas Naturale: È il combustibile più comune per gli impianti di cogenerazione grazie alla sua alta efficienza e alla relativa pulizia in termini di emissioni rispetto ad altri combustibili fossili.
Biomassa: Include legname, scarti agricoli, residui di lavorazione alimentare e altri materiali organici. La biomassa è considerata una fonte rinnovabile e a basso impatto ambientale.
Biogas: Prodotto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici, fanghi di depurazione e letami. Il biogas è una fonte di energia rinnovabile che può ridurre le emissioni di metano.
Carbone: Storicamente utilizzato, il carbone è meno comune negli impianti moderni di cogenerazione a causa delle sue elevate emissioni di CO2 e di altri inquinanti.
Oli combustibili: Derivati dal petrolio, possono essere utilizzati, anche se le preoccupazioni ambientali ne hanno ridotto l’impiego negli ultimi anni.
Rifiuti solidi urbani (RSU): In alcuni impianti di cogenerazione, i rifiuti urbani vengono inceneriti per produrre energia. Questo metodo contribuisce anche alla riduzione dei rifiuti destinati alle discariche.
Idrogeno: Ancora in fase di sviluppo, l’idrogeno è considerato un combustibile promettente per la cogenerazione, specialmente se prodotto da fonti rinnovabili.
Olio vegetale: In alcuni casi, gli impianti di cogenerazione possono utilizzare oli vegetali, come l’olio di colza o di girasole, specialmente in contesti agricoli o in impianti più piccoli.
Combustibili sintetici: Prodotti tramite processi chimici, come il Power-to-Gas, che trasformano l’energia elettrica (da fonti rinnovabili) in combustibili come il metano sintetico o l’idrogeno.
Ogni tipo di combustibile ha vantaggi e svantaggi in termini di efficienza, costi, disponibilità e impatto ambientale, e la scelta dipende spesso dal contesto locale, dalle normative vigenti e dagli obiettivi energetici specifici.